Elenco blog personale

mercoledì 26 settembre 2018

Amici o nemici?

Quando abbiamo intrapreso il percorso della pma lo abbiamo fatto in compagnia di una coppia di amici.

Non immaginatevi esattamente qualcosa in stile gita fuori porta, ma piuttosto come un percorso condiviso, se non altro per emozioni e sensazioni, seppure con ovvie differenze.

Eravamo amici già da prima, vacanze, fine settimana e feste insieme, ma l'esperienza pma vissuta di pari passo, con un mese e mezzo di differenza ci ha unito di più. Fortunatamente anche per loro un bel bimbo al primo tentativo, quindi due bimbi praticamente compagni di pancia e di culla.

Siamo sempre stati consapevoli delle rispettive differenze, come coppie, come individui e dei relativi difetti, ma come l'amicizia insegna ci abbiamo sempre convissuto e ci siamo sempre rispettati.

Fin quando non è arrivata la mia gravidanza.

Un fulmine a ciel sereno nella vita di tutti, inclusa la nostra; seppur voluta, cercata e mirata era di fatto una possibilità remota, a tal punto che ad ottobre saremmo ritornati in ospedale per altro tentativo.
Anche per loro stessa scadenza, solo che nel frattempo, contrariamente al parere dei medici che avevano sconsigliato loro la ricerca di una gravidanza naturale ( a maggior ragione che hanno qualcosa congelato), ne hanno persi altri due, l'ultimo con tanto di intervento per salvare utero e tube.

In questi anni abbiamo condiviso tutto, pranzi, cene, risate e tante lacrime, ma questa mia gravidanza, per quanto annunciata con il dovuto tatto pare non essere stata accettata come il cuore vorrebbe.

A fine giugno affrontiamo un momento abbastanza difficile, niente di grave, ma particolarmente impegnativo dal punto di vista organizzativo, che richiede molte più energie di quante ne avessi in realtà giacché vomitavo h24 e faceva un caldo della miseria.
Il tutto si colloca appena dopo 10 giorni la fatidica notizia.

Zero interesse.
Zero parole.
Zero telefonate.
Zero messaggi.
Silenzio.

Impossibile non notarlo, proprio noi che per la prima volta durante quest'amicizia ci siamo trovati in difficoltà. I nostri figli andavano a scuola insieme, quindi ci si vedeva comunque ogni giorno.
Impossibile anche non "raffreddarsi" di conseguenza fa parte nostra, con tutta la delusione che ne consegue emotivamente parlando.

Certe cose non si possono chiedere, si fanno e dicono e basta, non si possono ne' pretendere e ne' recriminare, però la loro assenza in un'amicizia di vecchia data è stata di un certo peso.
Passata la botta iniziale abbiamo ragionato sul loro comportamento e non essendo accaduto altro, ci siamo detti che la "colpa" fosse di questa gravidanza.
Per carità non tutti reagiscono allo stesso modo e se allontanarsi da noi poteva farli soffrire meno, per quanto non lo capisco, l'ho rispettato.
Anche quando incontrati ad una festa, li abbiamo trovati particolarmente assenti e scostante e seppur con rammarico, abbiamo rispettato il loro bisogno di distanza.

Fin quando un messaggio, eh sì perché all'età nostra certe cose si dicono ancora con i messaggi, mi accusa di essere sparita. Inutile raccontare le mie parole di risposta, che nella massima educazione  sono state sincere e senza filtri.
Sentirsi dire che se avessimo avuto veramente bisogno di una parola o un gesto carino avremmo dovuto chiedere noi è stato peggio dell'indifferenza ricevuta.

Tristezza infinita, tanta delusione e rabbia, per aver investito tanto, umanamente parlando, in un rapporto che ha finito per deluderci e ferirci.

Ogni cosa bella nella vita è accompagnata sempre da qualcosa che cerca di offuscarne l'energia.

giovedì 6 settembre 2018

Silenzi programmati

Il rientro dalle ferie quest'anno è stato particolarmente traumatico, vuoi per il fatto che le vacanze sembrano non essere mai sufficienti, vuoi perché si riparte direttamente a 1000, vuoi per quel senso di colpa che mi trascino nei confronti di Topina da inizio gravidanza e che quindi mi spinge a tenerla il più possibile tutta per me.

Eh sì, perché sebbene sia ufficialmente nel sesto mese Topina non sa ancora nulla.
O meglio, l'abbiamo preparata all'idea di un fratellino e di quanto questo sarà bellissimo (quando in realtà io tremo alla sola idea della sua reazione) ma non le abbiamo ancora detto che in quella pancia che cresce, enorme tra l'altro, c'è già quel fratellino. Le abbiamo detto che arriverà con Babbo Natale perché poi sarà più o meno quello il periodo.

Sono sempre stata contraria a rendere partecipi i bimbi molto piccoli nel fattore gravidanza, per evitare che le aspettative si trasformino in ansia come spesso accade. I bambini fino ai 4/5 anni e forse più, non hanno acquisito ancora il concetto di tempo a lungo termine e 9 mesi sono e possono essere un tempo infinitamente lungo per loro, in cui la loro fantasia emotiva può galoppare all'infinito. Questa nostra scelta ha riscontrato il parere positivo anche del suo pediatra, padre di 7 o 8 figli credo e della mia ginecologa neo mamma di un terzo. Diciamo però che qui la faccenda si è protratta troppo.
Intenzione avrebbe voluto ufficializzarle la cosa al 5 mese, ma uno spannolinamento decisamente trascinato e non ancora di fatto pienamente concluso, ha rallentato la notizia.

Inutile dire quali e quante ansie mi investono ogni secondo a tal proposito, ma magari di questo ne parlerò in seguito.

L'altro silenzio programmato e da programmare sarà sulla data del parto. Sarà un cesareo, come il primo e Topino (perché sì è un maschietto) nascerà alla 39 settimana.
Perché mai tenere segreto qualcosa che il 99% del mondo sbandiera???

Semplicemente per evitarmi lo stress per e post parto di Topina indotto da suocera e parenti. Suocera che ha iniziato lo show della maleducazione e non rispetto già al primo gg del mio lungo travaglio, pretendendo di entrare, pretendendo di essere pari a mia madre e soprattutto pretendendo che io facessi quello che lei "aveva sentito dire". Il tutto poi è stato appesantito, a parto cesareo avvenuto (dopo 32 ore di travaglio) dalla visita di rumorosi e molesti parenti a poche ore dall'intervento, che forse per la gioia o forse per ineducazione, hanno inondato la camera della sottoscritta, condivisa con altre tre disgraziate, di sorrisini ebeti e frasi di circostanza.

La.sitiazione può sembrare piacevole, ma assicuro che non lo è stata per chi come me era ancora dolorante e piena di fili ed aghi, ancora incapace di alzarsi e soprattutto dall'indole molto molto riservata. Mi ha imbarazzato il persone ospedaliero costretto a richiamarli, mi ha fatto incazzare dover ripetere 280 volte in un'ora che la bimba non so doveva toccare, mi ha dato fastidio darmi vedere in quello stato da gente che non è non solo la mia famiglia, ma parenti di secondo e terzo grado di mio marito.

Magari il giorno dopo, non in stile visita culturale, poteva essere piacevole.

Pertanto, sempre se riesco a convincere mio marito, refrattario le bugie, si dirà a tutti fatta eccezione mia madre quando nascerà il bimbo.
Sì dirà a bimbo nato, anche perché le ore di ripresa a mia disposizione saranno minori della volta precedente, intervallo tra cesareo e visite un'ora o poco più.

Così è deciso, anzi così ho deciso.
Tanto mia suocera si offese anche la volta scorsa, lei si offese capito, non facendosi sfiorare dall'idea che il suo comportamento inopportuno causò imbarazzo a tutti, medici compresi che finirono per ignorarla.

So che sono i nonni, si che è un loro diritto, ma si anche che informarli a parto avvenuto non toglierebbe nulla a loro ma darebbe maggiore tranquillità a noi!

lunedì 6 agosto 2018

La sagra dell'ovvio

Ci sono momenti delicati della vita di ciascuno ed in genere coincidono con decisioni o grandi cambiamenti in atto.
Uno di questi è la gravidanza.
Ebbene sì, anche di questa sfaccettatura si parla poco.
Non importa quanto lo abbiate desiderato e che sia il primo o il secondo figlio, il dato di fatto è che il vostro corpo subirà un bombardamento ormonale e di questo ne risentirà tutta vostra vita, ma proprio tutta, a 360 gradi.
Per certi versi può essere paragonato al post parto per l'impatto emotivo che ha e per la spiccata impulsività / emotività.

Sappiate che nessuno, ma proprio nessuno (o quasi) incluse le persone che vi amano si sottraranno dal darvi consigli, giudizi o quanto di meno richiesto.
E questo, sappiatelo, verrà gestito più o meno bene secondo il momento ormonale in cui venite beccate.
Capiterà che alziate le spalle in segno di "chissenefrega", che spieghiate più o meno veemente il vostro punto di vista o che facciate la parte della Strega malefica, cosa che accadrà il più delle volte.
Ma ora passiamo in rassegna una breve classifica:
l'evergreen ovviamente è e rimane "ai tempi miei si facevano figli sani senza tante paranoie" e questo vi verrà ripetuto come un mantra ogni volta che sarete a pranzo/cena con qualcuno e non potrete mangiare affettati e uova crudi, nonché verdura e frutta della cui pulizia non siete certe;

seguito in seconda posizione da chi deve toccarvi la pancia (manco foste una reliquia) e qui io che già odio essere toccata di mio, perdo la testa;

Al terzo posto, ma comunque degno nella classifica, c'è di chi ti suggerirà un ulteriore figlio, non tenendo conto che devi ancora partorire questo e non è dato sapere se e come vorrai o potrai averne altri.

Si parla di concepimento, di gravidanza, di parto fino ad un certo punto, ma nessuno ti dice mai come realmente ti senti in gravidanza o subito dopo partorito. Nessuno ti parla dell'impatto che una gravidanza ha sulla tua vita sociale, sulla tua vita di coppia.

Sei isterica, per lo più, sì è questa la parola più adatta, per quanto ribadisco il momento sia meraviglioso e racconti in 9 mesi il mistero della vita, non è tutto rose e fiori.

Ed ovviamente augurandoci che la gravidanza vada bene e che non abbiate problemi.

Un figlio è una cosa meravigliosa, ma permettetemi di dire che lo sono molto meno le persone che vi circonderanno in quei 9 mesi.

mercoledì 25 luglio 2018

4 anni

Esattamente 4 anni fa iniziava la nostra avventura alla ricerca di una gravidanza.

Ricordo ancora come fosse adesso quando il pensiero che forse qualcosa che non andava si insinuò prepotente. Erano appena 3 mesi che avevamo iniziato a cercare una gravidanza, era aprile per l'esattezza; 3 mesi sono niente in termini di ricerca, oggi lo so, ma allora
che mi sembrava di essere circondata solo da donne incinte al primo, massimo secondo tentativo, furono abbastanza da mandarmi in paranoia.

Sesto senso? Presentimento?
Non saprei, fatto sta, che anticipai la visita di controllo con il ginecologo di allora, che rimandò eventuali approfondimenti a settembre non riscontrando nulla di evidente. Ancora più paranoie.

Il nostro percorso PMA è stato breve, ma intenso.
Quando cominciammo non avrei mai immaginato che un giorno, oggi, mi sarei trovata con una meravigliosa bimba di 2 anni e mezzo e un altro in arrivo, la prima gravidanza al primo tentativo di ICSI, la seconda piovuta dal cielo in modo naturale.
Siamo stati fortunati lo so, me lo ripeto ogni giorno ricordandomi quando piangevo sotto la doccia, quando mi convincevo che se non fossimo mai riusciti ad avere figli, la nostra vita di coppia avrebbe trovato un altro percorso, un'altra strada ugualmente appagante. Me lo ripetevo quotidianamente, seppure non ho mai smesso di voler essere mamma.

Ci ho sempre creduto, ma mai sperato devo dire.
Ci ho creduto anche quando, prima di tornare al centro per pianificare un secondo tentativo, mi sono detta ok, clinicamente non abbiamo niente, tentiamo altre strade nell'attesa che tocchi al noi al centro.
Credo di aver letto notte e giorno, ore intere. Ho deciso di intraprendere la strada alternativa, ho deciso di crederci ancora, ma in modo diverso. Ad oggi, posso dire di aver fatto bene, forse.

E' stato come vivere in una bolla temporale, anche se nelle bolle si pensa che tutto sia più attutito, più soft e che la percezione della realtà sia meno forte. No, non per noi.
Abbiamo sentito ogni giorno il dolore di quel figlio che non arrivava, seppure in modo diverso, con e senza lacrime. Ci siamo detti che a tutto c'è una spiegazione, ma ad oggi, non l'abbiamo ancora trovata. E no, non ho mai smesso di pensarci come dicono tanti, ci ho pensato comunque ogni giorno.
Ammetto che avendo già una bimba, il desiderio di un altro figlio è arrivato sì in modo prepotente, ma in modo diverso. Desiderio di altra maternità misto alla voglia di riscatto, di sentirmi anch'io "normale". Passatemi la parola, so che molte di voi capiranno cosa intendo.

Il mio pensiero va a tutte le aspiranti mamme, a tutti gli aspiranti genitori che ancora soffrono e sperano. La pma non si dimentica, non si dimentica la ricerca di una gravidanza.
A distanza di 4 anni io non l'ho fatto.
Auguro a ciascuno di voi di avere presto tra le braccia il vostro bimbo, che il vostro sogno si realizzi e che possiate riprendervi un po' della serenità persa durante la ricerca.

giovedì 19 luglio 2018

La calma dell'asceta...non esiste

Ho sempre sentito parlare dello stato di grazia che accompagnava le gravidanze, degli altri ovviamente, visto che la mia prima gravidanza è iniziata in un laboratorio, preceduta da tante lacrime, iniezioni e massicce dosi di ormoni.
Eppure, strano ma vero, quello stato di grazia ha raggiunto anche me, non appena mi sono accorta che Topina era arrivata per restare. Non mi arrabbiavo mai, ma proprio mai mai, io che sembra cammini sempre su un filo elettrificato, avevo una visione della vita più morbida diciamo, meno battagliera ed un approccio al prossimo decisamente più comprensivo.

Ovviamente quella, non ero io!
Erano gli ormoni, era un residuo di qualcosa che a lento rilascio che mi avevano somministrato, perché stavolta le cose sono diverse, molto diverse.

Stavolta che la cosa è avvenuta come natura comanda, con somma stupore e meraviglia di tutti, me in primis…io sono una iena.

E no, non è il caldo, perché in genere quello mi toglie anche la forza di parlare, assestandomi le energie su due valori netti, pressione max 70 min. 50.

E' che un giorno ti rendi conto che per una cosa che la vita ha deciso di donarti, così all'improvviso, per il triplo delle cose ha deciso di renderti l'esistenza complicata, iniziando per il lavoro, passando per la famiglia di origine, attraversando ovviamente anche la sfera delle amicizie, non tralasciando quella economica (fosse mai) condendo il tutto con il furto dell'auto nuova, sotto casa.
TUTTO INSIEME, MESCOLATO IN FANTASTICO MIX QUOTIDIANO.

In tutto questo, all'inizio di tempi non sospetti, avevo iniziato lo spannolinamento di Topina.
E dico avevo, perché dopo 3 settimane pensavo al passato, ed invece siamo fermi, in una fase di stallo, come in una buca e non se ne esce, o meglio, io non so come uscirne.

Topina che ancor prima di camminare parlava, Topina che fa osservazioni da 6enne, ragionamenti da brividi, in tre settimane non ha mai detto di dover fare pipì. Lei che alla mia proposta di attaccare le figurine sedute sul divano mi risponde "Mamma è una buona idea", non mi ha ancora mai detto nulla a riguardo. La portiamo regolarmente in bagno e conteniamo così gli incidenti, ma non risolviamo a monte.
Ho provato tutto.
Non possiamo tornare indietro, non avrebbe senso.

Non mi sto godendo nemmeno questa gravidanza, non come vorrei, ma come penso sia giusto.

Siamo in ballo e dobbiamo ballare, per forza.

giovedì 12 luglio 2018

Brave suocere o brave nuore?

Tralasciando il periodo molto particolare che sto vivendo, che rende, per l'assurda coincidenza di più fattori, il momento ancora più topico, mi scopro giorno dopo giorno un pochino, come dire....isterica?

Saranno gli ormoni, sarà il caldo, sarà la stanchezza o sarò io, fatto sta che la mia indole già notoriamente insofferente scalpita davanti alle stesse medesime situazioni, viste e riviste come con la moviola.

Ho una suocera molto disponibile, ma di quella disponibilità che diventa subito invadenza, onnipresenza e si traduce in fastidio. (eh sì è stato necessario spiegarle che accompagnarmi dal ginecologo non l'autorizzava a guardare anche lei tra le mie gambe)
Ecco perché abbiamo scelto di mandare Topina al nido pur potendo contare su di lei.
Non me ho mai fatto segreto, seppure i nostri screzi con la nascita di Topina sono molto più brevi ma decisamente intensi.
(Topina grazie ogni giorno per essere una bimba splendida che ha fatto sì che tua nonna si convincesse che il mio modo di educarti ha contribuito a farti diventare la bimba che sei)

Insomma, ieri sera l'ennesimo attrito per la stessa identica cosa, con marito puntualmente assente. Inizio a pensare aspetti che lui si assenta.

Topina è sì una bimba meravigliosa, ma è quella che a Roma chiamiamo PARACULA. La sua intelligenza ha i suoi risvolti, negativi ovviamente.
Ha la capacità di captare l'anello debole della catena in una stanza, nei momenti in cui stiamo cercando di imporci o di non trasformarla in una bestiolina che comanda a due anni e mezzo.

E in quale ambito poteva verificarsi il fattaccio?
Semplice: nel già problematico mangiare!

Eh sì, perché benché sembri tutto tranne che patita, Topina ad ogni pasto mi sfianca con circa 1 ora, 1 ora è 20 di preghiere, minacce, filastrocche e chi più ne ha ne metta, per mangiare nemmeno tutte le sue porzioni di cibo.
Consigli ben accetti, ma sappiate che le ho provate tutte, dal meccanismo premi al aspetto che hai fame, al ti ignoro, al ti preparo ciò che ti piace.


Niente, è de coccio amore di mamma, noi per mangiare 40 grammi di pasta abbiamo bisogno di 40 minuti almeno in cui ci trastulliamo il bocconi da un lato all'altro della bocca.
E ci sta che mamma, cioè io, unica adibita alla somministrazione del pasto, spesso e volentieri perda le staffe, perché è umana, perché è stanca e perché credeva (più che altro sperava) che a due anni e mezzo certe cose fossero superate.

Puntualmente, quando questa scena avviene davanti ai nonni, la santa donna cosa fa???
"beh, ma non la forzare, ha mangiato abbastanza, quando ha fame mangerà"

Premettendo, per dovere di cronaca che non ingozzo mia figlia, ma cerco di creare diversivo di vario tipo affinché mangi tutto o quasi e il più delle volte funziona.

Queste sue ripetute e sistematiche frasi trasformano Topina in una bimba dagli occhioni imploranti e dalla bocca serrata, che tira fuori tutto il repertorio di bimba capricciosa ed insopportabile. Ed ovviamente non mangia più, nulla di nulla.

È in loop, da mesi.
Le abbiamo parlato e chiesto di tacere, le abbiamo spiegato che se la sgridiamo o puniamo andare lì e consolarla non aiuterà ne' la bambina, ne' noi nel difficile compito di educarla e ne'migliorerà il suo ruolo di nonna.
Ma niente, al secondo cucchiaio lei non chiude la bocca... Ed io, notoriamente insofferente a chi si fa ripetere le cose più di due volte, vado giù di testa e la lancerei dal balcone, tipo ieri sera.
Mio marito che si incazza con la stessa energia che utilizzerebbe un criceto, fatto sta che poi chi è che discute? Ovvio, noi due.
Come si conclude la cosa? Con un le riparlerò di mio marito.
Cosa accade alla prima occasione? La stessa identica cosa.
Sì sì, le ho parlato anch'io, si offende una settimana, non mi rivolge la parola e poi lo rifà.

Il tutto è catalizzato poi dal fatto che la proverbiale lingua della suocera è nota ai più e che quelle rare volte che passeggio per il suo quartiere, anche il proprietario delle onoranze funebri mi chiede conto della mia gravidanza, proprio a me che di secondo nome faccio 'riservatezza'.

Forse non sono la nuora ideale, non lo sono mai voluta essere, ma indubbiamente è tosta così.

martedì 19 giugno 2018

Nido che vai, usanza che trovi

Le mamme che si rivolgono al nido per varie necessità, tendono a vederlo come un'incantevole oasi di pace ed equilibrio al quale affidare il proprio cucciolo. E questo dovrebbe essere.

Invece molto spesso si tratta di macchine per soldi, almeno i privati eh, dove tuo figlio viene più o meno seguito, cambiato quando c'è tempo e coccolato il minimo.
Ovviamente questa è la mia percezione di mamma, anzi di donna perfezionista.

Non ho mai nascosto il mio disagio nel mandare Topina al nido, dovermi separare da lei, affidarla a mani estranee a soli 8 mesi...lei che non era mai stata con nessuno a parte un paio d'ore con il papà al massimo.
Ma se volevo tenermi il lavoro dovevo rientrare e sistemare lei al migliore dei modi. Ho scartato la suocera, molto disponibile a dire il vero, proprio per non ingaggiare una pseudo battaglia esistenziale con chi con il tempo si sarebbe sentita al mio pari in termini di scelte ed educazione per Topina e poi per salvaguardare il mio equilibrio familiare.

Mia madre nemmeno a parlarne, lavora ancora ed è lontana.
Pertanto nido fu.
Bene.

Nonostante il nido sia supereferenziato, conosciuto ed abbia un ottimo gradimento da parte delle mamme (tante ci tornano per il secondo figlio) io anche stavolta faccio la voce fuori dal coro.

Per carità, non c'è stato giorno che Topina non sia andata stravolentieri, specie al rientro da vacanze o malattie lunghe, ma questo è imputabile soprattutto alla sua indole paciosa ed equilibrata.
Fondamentalmente non abbiamo mai ricevuto particolare collaborazione nelle novità. Es: introduzione di nuovi alimenti nello svezzamento, supporto quando cercava di camminare e voleva essere sostenuta ed ora spannolinamento.
Ci siamo lamentati spesso e volentieri di segni, piccoli incidenti che possono capitare ma per i quali non venivamo è non veniamo mai informati... Ora ci pensa lei a farci la telecronaca.
Ci siamo lamentati di culetto rosso, lasciati probabilmente sporchi per più del tempo ragionevole.
Ci siamo lamentati di un menu improvvisato e mai pianificato, il che rendeva impossibile la nostra organizzazione e settimanale dei pasti serali.
Ci siamo lamentati della somministrazione indiscriminata di alimenti non adatti all'infanzia, come pane e Nutella e patatine.,nonché caramelle.
Poi però, non mettono una cremina nemmeno con prescrizione del pediatra, quindi ti tieni il bimbo a casa.
Mi aggancio ad un post di Diarista, in cui parlavamo di spannolinamento e collaborazione del nido.
Quando ho prospettato la nostra intenzione di tentare quest'estate, non solo sono stata scoraggiata dicendo che è troppo presto (2 anni e mezzo?!?) ma che loro non ci avrebbero assistito se non a cose fatte.
Per la serie "ce la riporti che già fa tutto da sola"
Io non so come procederà, come reagirà Topina, se sarà una bimba dai risultati sorprendenti o se come spesso accade ci trascineremo per molto tempo la faccenda pannolino, certo è che da un nido privato mi sarei aspettata una partecipazione diversa.

Sottolineo il privato perché non paghiamo una retta da niente, ma una retta che per due comuni mortali come noi, costa fatica, se poi conti che è pure tutto a parte (Pannolini, salviettine, biancheria varia etc..)
Ogni volta che qualcuno mi chiede come mi trovo, mi limito all'oggettività della situazione, per poi sentirmi dire "ma sai, basta non lo maltrattino, ovunque è così"
Maltra.. . Cosa???
Ma stiamo scherzando?

Sono una mamma rompiscatole lo so, lo sono di natura, ma quando si tratta di Topina peggioro in modo esponenziale.

venerdì 11 maggio 2018

Quello che non pensi

Quello che non pensi è esattamente quello che accade ogni volta che sei distratto, ogni volta che pensi ad altro o ti sforzi di pensare ad altro.

Quello che non pensi è che tu, che ti sei imbattuta nel "fantastico" mondo della PMA, possa un giorno entrare da acqua e sapone e comprare un test di gravidanza, da fare tanto per escludere la più banale ed impossibile delle cause del ritardo.

Quello che non pensi è che appena fai quel test vedi comparire due nette linee rosse, che prima di quel giorno avevi visto solo nei film.

Quello che non pensi è che dopo tante lacrime certe cose possano accadere proprio a te, così, all'improvviso.

Quello che non pensi è che una volta che vedrai quelle due linee rosse, verrai assalita dal terrore, terrore di tutto, ancor prima della gioia.

Quello che non pensi è che un giorno tu, con una PMA alle spalle (ed una bimba grazie alle pma) avresti provato la sensazione di rimanere incinta come accade alla maggior parte delle donne e che avresti preso il telefono dicendo alla tua dottoressa "Cosa devo fare ora?"

Quello che non pensi è quello che accade.
La prima volta in assoluto in questi anni di ricerca che non ho creduto minimamente potesse accadere, la prima volta che ero rassegnata, la prima volta che continuavo a ripetermi che il ritardo era imputabile a tutto tranne a questo, la prima volta che non ho avuto ansia.

Perché sì, non riesco ancora a dirlo, ma il test dice positivo, le beta domani diranno il resto.

E poi...comunque andrà sono felice di averla provata sta sensazione qua, di sentirmi "normale", come chi rimane incinta naturalmente. Sì perché io, non ne ho mai fatto segreto, la PMA non l'ho mai metabolizzata, seppure mi ha regalato la gioia più grande. Non ci sono mai stata nella condizione di infertilità sine causa, non me la sono mai sentita addosso e seppure l'ho accettata una seconda volta non mi sono rassegnata.

Non so se questo dono è arrivato per restare con noi, se c'è veramente, se è tutto ok, ma so che gli stick hanno funzionato ed ancora di più tutte le preghiere.

giovedì 10 maggio 2018

5 giorni

E' uno di quei momenti in cui non mi sono mai trovata, fatta eccezione per il periodo dell'adolescenza: il ritardo del ciclo.

Lo aspettavo per domenica ed invece domenica sono iniziati solo dei dolori, classici dolori mestruali consueti ad intermittenza che ad oggi ancora non mi hanno abbandonato, facendomi pensare che siano in arrivo da un momento all'altro.

Non so cosa pensare, cioè so cosa vorrei non pensare, ma mi convinco che un ritardo ci può stare nella vita di una donna, anche nei cicli più precisi come il mio, che infondo ho solo finito di allattare a dicembre e quindi può essere tutto ancora in subbuglio.

Tentativi mirati, come ormai da parecchi mesi, fatti di stick canadesi + temperatura e un appuntamento fissato sul calendario ad ottobre per il nostro secondo percorso PMA.

Nel frattempo tutto tace, siamo a giovedì ed io non ho il coraggio di pensare nulla, non voglio cadere nella trappola della speranza, la stessa che ho avuto tante e tante volte.

Continuo solo a ripetermi che per noi non è impossibile come hanno detto i medici del centro a gennaio, ma molto difficile sì. Non ho il coraggio di parlarne con nessuno, non ho il coraggio di fare un test ed aspetto gli eventi, certa che da un momento all'altro la scorta formato convenienza dei Lines che ho acquistato due mesi fa circa verrà attaccata nuovamente.

venerdì 4 maggio 2018

Date importanti

Esattamente 3 anni fa a quest'ora ero in attesa al centro per il trasferimento della nostra unica blastocisti, quella che a detta del biologo era proprio "bella bella" subito dopo la fecondazione.
Quella blastocisti 9 mesi dopo è diventata la nostra Topina.
Ogni anno ricordo questa data con tanta commozione ed emozione.
Oggi iniziava ufficialmente il periodo più bello della mia vita, seppure il primo mese non fu roseo, prima l'attesa, poi quelle beta fiacche che quadruplicarono però velocemente, poi le perdite, la paura che non potesse andare come doveva.
Ed invece poco più di un mese dopo quel cuoricino che batteva nella mia pancia... Era amore ancora prima di sapere chi fosse, era amore già per quell'ammasso di cellule.
Non ho mai pianto tanto in vita mia quanto durante la pma.
Lacrime di ogni tipo, sconforto, disperazione, speranza, gioia.
Da quelle cellule è nata mia figlia e certe volte penso che se l'avessimo concepita come natura comanda non saremmo stati altrettanto bravi.

Auguro ad ognuna che ha intrapreso o intraprenderà un percorso pma, un 5 maggio  come il mio, ma soprattutto un meraviglioso epilogo come il mio (tranne un parto come il mio!!!)

lunedì 16 aprile 2018

Incinta, da lontano, con lo sguardo

No, non sono incinta, né da lontano, né da vicino, meno che mai con lo sguardo, purtroppo.

Del nostro percorso per avere un figlio ne abbiamo parlato con nessuno o quasi, un po' per pudore o riservatezza che dir si voglia, un po' per non solleticare quell'innata ed insana curiosità incline al pettegolezzo della gente. Gente che seppure non è toccata da quanto vivi e magari scegli di raccontare, chiede, deve sapere, con dovizia di particolari, risultando spesso, molto fastidiosa ed inopportuna.
Pertanto mi limito, talvolta, a dire che Topina si è fatta attendere e desiderare, se mi va e con chi mi va, se no nemmeno quello.

E qui, ci sono due reazioni, come se poi il come e perché si abbiano dei figli necessiti di ulteriori approfondimenti.

C'è chi ti racconta che Tizia e Caio hanno o hanno avuto problemi.
(Eccolo qua il pettegolezzo in tutta la sua pochezza)

E chi invece ti fa apparire la propria maternità come un evento privo di qualsiasi spiegazione logica, del tipo sono rimasta incinta ma non ho capito come, mio marito deve avermi fissato un secondo in più mentre lavavo i piatti.

Premettendo che continuare la conversazione su una gravidanza e sul come è avvenuta non ha nessun senso, a meno che le due persone non siano in confidenza, trovo di cattivo gusto la prima categoria di persone quanto la seconda. E non perché io sia sensibile all'argomento, semplicemente perché non bisogna per forza commentare.

Con questo non voglio dire che di PMA non si deve parlare, di PMA si DEVE parlare, ma non in questo modo. Se ne parla tanto, ma se ne parla male.
I centri pubblici e privati sono pieni di coppie, giovani e meno giovani, con 1000 e più motivi che li portano lì.
Non è un fatto da raccontare come se si parlasse del restauro della piazzetta di quartiere, specie se non si è coinvolti in prima persona.

Fa male, si soffre, ci si ammala per l'infertilità.
Ci sono coppie che scoppiano, equilibri che vacillano e legami distrutti.
Per carità, ci sono anche tanti tanti bambini che senza PMA non ci sarebbero, ma ci sono sempre e comunque tante lacrime e tanta sofferenza e non trovo giusta questa morbosità altrui.

Sono sempre stata una persona solare, socievole ma molto, molto discreta e questo nostro percorso mi ha reso ancora più sensibile e riservata, tanto con il mio vissuto quanto con quello altrui, che ho imparato a "maneggiare" con ancora più attenzione e tutela.
Ho capito che non sai mai chi hai davanti, che non sai mai cosa fa soffrire il tuo interlocutore e che certe considerazioni non si debbano e non si possano fare e soprattutto, qualunque sia la propria fortuna, non è giusto sbatterla in faccia al prossimo, perché la tua gioia più grande potrebbe essere il motivo per cui lui/lei sta consumando tutte le proprie lacrime.

Con questo non voglio dire che non bisogna gridare al mondo intero la propria felicità, specie se arriva dopo tanta sofferenza, ma il pettegolezzo e l'ostentazione vanno sempre evitati.

giovedì 12 aprile 2018

Il piano B

Sono sempre stata (e sarò sempre mi sa) una da PIANO B, C, D etc... Una persona che programmandosi l'impensabile, ha sempre programmato anche le vie d'uscita alternative all'impensabile. Praticamente tutto.

Fin quando non ho scoperto che l'unica cosa che davo per scontata e che credevo di aver programmato bene ha dato forfait: la maternità.

Era da un po' che ci pensavo, mi piaceva l'idea di diventare mamma, ma prima l'acquisto della casa, i lavori, i mobili, poi un paio di viaggetti a festeggiamento dei sacrifici fatti e poi Lui che perde il lavoro, quindi il nostro "Progetto Genitori" ha subito dei rinvii più o meno forzati, ma è sempre rimasto lì, in attesa del momento giusto (o quello che noi credevamo giusto).

Poi ci decidiamo, iniziamo a provarci, speranzosi, infondo non avevamo niente di apparente che non andasse, io puntuale e precisa ogni mese, Lui con tutto funzionante, ma il primo mese di tentativi non accade nulla, niente anche il secondo.
Decido di acquistare gli Stick Ovulazione, proprio perché ci voleva il piano B, ma niente accade nemmeno il terzo mese di tentativi mirati.
Inizio a farmi qualche domanda, lui meno, un po' perché gli uomini fanno meno paranoie per natura, un po' perché lui di indole si fa le domande solo strettamente necessarie e mi invita a tranquillizarmi che del Piano B non c'era bisogno.

Insisto.
Iniziamo con delle semplici visite di routine e controllo per me, che peraltro ho sempre fatto con cadenza annuale. Niente di fatto, tutto a posto.

Passiamo a lui. Un semplice spermiogramma per iniziare.
E qui arrivano i dolori, ancora ricordo quando prendemmo il risultato del primo spermiogramma...

Da qui comincia veramente la nostra ricerca di un figlio. Con la mia testardaggine, caparbietà e approccio scientifico, le analisi genetiche, le file negli ospedali, i camici bianchi, i ticket, i non-ticket e ci presentiamo pronti con tutto il papiro al centro per iniziare la nostra avventura PMA.

Siamo dei sine cause, io non ho nulla, Lui non ha nulla che giustifichi uno spermiogramma così disastrato, ma tant'è che iniziamo la terapie ormonale, lui per dopare i soldatini tre mesi prima, io per fare la Gallina dalle Uova d'oro. Protocollo Lungo. Si parte.

E che cavolo, il doppio delle punture, penso da agofobica, ma vabbè, si DEVE fare.
Stimolazione soft, il rischio di iperstimolo per me è alto, arrivo al pick up e prelevano 5 ovociti (ed io che mi sentivo scoppiare) Una miseria, paragonata alla mia vicina di letto che ne aveva 15!

Non ce la faremo mai, mi ripeto, ma sto figlio io lo voglio con tutta me stessa.

Arriviamo al transfer di una sola blastocisti, le altre si sono fermate la mattina stessa, seppure di ottima qualità.
Iniziano i dolori poche ore dopo il transfer, 10 giorni di pianti e disperazione più assoluta, con quelle maledette iniezioni di Prontogest che non mi facevano sedere senza fare "Ahi"
Test, beta presenti ma deboli...iniziano le perdite, il medico che mi avvisa potrebbe trattarsi di un aborto in corso e che non si può fare altro che aspettare. Io che sembro drogata, ipnotizzata, sono il fantasma di me stessa, passo i giorni a casa, da sola, tra piangere, dormire e a guardare una serie di tv di una famiglia americana che ha 19 figli!

9 mesi dopo arrivare una palla di ciccia che ci ha cambiato la vita per sempre e per la quale ringrazio ogni giorno di essere caparbia, testarda e insistente. Sono felice di averci creduto, sperato poco devo dire, ma ripensandoci con il senno del poi avrei gestito tutto diversamente.

Chissenefrega dei mobili, dei viaggi, avremmo dovuto iniziare prima, non aspettare i 30.
Le cose sarebbero andate diversamente?
Avrei avuto Topina prima?
O forse non l'avrei avuta?

Non lo so, non lo saprò mai.
Ma sono convinta che il piano B sia sempre doveroso.


martedì 10 aprile 2018

Racconto d'inverno

Ormai abbiamo archiviato la fase maglioni e coperte, con mio sommo dispiacere, quest'anno li lascio a malincuore, coprivano così bene il mio stato d'animo.

È trascorso il terzo mese di tentativi mirati con gli stick canadesi e l'ultimo ciclo è stato più che una semplice delusione. Sarà perché per la prima volta ho beccato due giorni strapositivi degli stick, incrociati con la temperatura, sarà che mi sentivo positiva, sarà che da cercatrice ci spero sempre tutti i mesi, sarà che mi risuonano le parole della dottoressa che ci ha dato "non è impossibile una gravidanza naturale" ... Sarà che invece poi sono arrivate le mestruazioni e la batosta è stata un pochino più forte delle altre volte, pure più di quando non avevo ancora Topina.
Eh sì, perché fino ad ottobre, quando torneremo al centro per la pma, io nel miracolo della natura ci spero sempre, ma ci credo sempre meno.

D'altra parte quando guardo Topina mi convinco che tanta perfezione e meraviglia non ci potrà essere regalata una seconda volta. Nel grande dolore dell'infertilità, siamo stati fortunati, molto fortunati, una meravigliosa bambina al primo tentativo, una gravidanza bellissima, un parto un po' problematico ma questa è un'altra storia.

Mi chiedo spesso se non mi ci stia fissando troppo e se al contempo sia un'ingrata per quanto avuto e se comunque sia giusto cercare così caparbiamente un altro figlio.

I miei pensieri sono rimasti gli stessi di quando cercavo Topina e l'esser diventata finalmente mamma non ha cambiato minimamente le cose.
Sono e mi sento diversa dalle  donne che hanno avuto i loro figli come natura prevede, non c'è niente da fare. È come se mi mancasse qualcosa, che poi in realtà non manca, poiché siamo dei sine causa, ovvero dei "condannati" senza un processo e con una potenziale sentenza.

Abbiamo dei numeri, discreti, non ottimi, sicuramente migliori di quando abbiamo cominciato, ma a quanto pare non sufficienti a metterci pancia e cuore in pace.
E così ti rendi conto che il tempo ti sfugge dalle mani, come se stessi giocando ogni mese ad un gioco in cui hai veramente poche possibilità di vincere, ma ci investi comunque  sempre tante energie e speranze.

Com'e la vita delle coppie che non cercano figli o che stanno bene con uno solo, con nessuno?

Sento il desiderio di diventare mamma ancora una volta molto molto forte, lo sento per me, lo sento per noi e soprattutto per Topina, che vorrei conoscesse la gioia di un fratellino o sorellina.

mercoledì 31 gennaio 2018

Rispetto, questo sconosciuto

Il secondo compleanno di Topina si avvicina e siamo tutti molto emozionati, a partire da lei che ogni giorno mi chiede "E la torta?"...abbiamo fatto prove di spegnimento candelina settimana scorsa ed ora è carica! Mettiamoci poi che alla fine ci toccherà festeggiare 4 volte, una volta al nido, una volta con i nonni materni, una con quelli paterni (per ragioni logistiche non possono essere raggruppati) e l'ultima con i bimbi, con una festa a tema del suo personaggio preferito.
Quest'anno è più consapevole ed è emozionante vederla eccitata per l'evento!

Alla fine di questi giorni io sarò da buttare, lo so, ma per lei ne vale sempre la pena.

Per la festa con i bimbi abbiamo deciso di invitare tutti gli amici con bimbi più o meno piccoli, con i quali Topina gioca, e tra questi, una mia amica con sua figlia.

La mia amica la conosco da un paio d'anni, ci siamo conosciute al corso preparto e dopo la nascita delle bimbe abbiamo iniziato a frequentarci a corso finito diciamo.

E qui viene il punto.
Ha un compagno, padre della bimba, dal quale si sta separando, dal momento che si è resa conto che è l'ultima persona con la quale è possibile vivere insieme e ahimè crescere una bambina.
Un uomo violento, che la umilia e la denigra, con il benestare della sua famiglia che è una specie di setta, uno dalla vita apparentemente perfetta, con un bel lavoro, un'istruzione, ma che in realtà sarebbe meglio non avere nemmeno come vicino di casa.
Le sono stata accanto durante le varie vicissitudini, con particolare partecipazione vista la presenza di una bimba piccola che vive in un clima oggettivamente poco adeguato.
La decisione di separarsi per lei è stata particolarmente sofferta, qui in città non ha nessuno ed ha continuato a credere che lui potesse cambiare.
Purtroppo però le pratiche di separazione hanno subito una battuta d'arresto per alcuni problemi di salute della bimba e quindi il tutto è congelato a data da destinarsi. Se non altro però le lettere dell'avvocato sono servite, per il momento, per calmarlo un pochino.

Durante il periodo di grossa crisi tra i due, in cui lui le ha più volte alzato le mani anche davanti la bimba, lei mi ha confessato che lui odia tutti i suoi amici (di lei, giacché lui non ha amici, ma solo colleghi di lavoro) ed ovviamente sottoscritta e marito inclusi. A suo dire ci odia perché non abbiamo mai mostrato grande simpatia per lui, che poi abbiamo visto una sola volta in occasione della festa di compleanno di Topina dello scorso anno, che siamo poco educati perché non lo abbiamo mai invitato a casa nostra e che io abbia spinto la mia amica a prendere la decisione di separarsi.

Fermo restando che lui è un folle, un violento ed una persona con dei conclamati disagi psicologici e sociali, sia io che mio marito, abbiamo avuto fin da subito un certo disagio quando lo abbiamo conosciuto la prima e l'unica volta, così a pelle e pertanto non abbiamo ritenuto di approfondire la conoscenza, come siamo soliti fare...poco tempo dopo la mia amica inizia a confidarmi quanto sopra.

Alla faccia di chi dice che le sensazioni a pelle non sono veritiere!

L'estate scorsa, in auto insieme mentre portavamo le bimbe in piscina, ascolto cosa pensa di noi, perché il cretino quando lei ha detto che eravamo insieme, non ha capito che insieme volesse dire nella stessa auto con il vivavoce. Rimasi in silenzio per evitare che il mio intervento lo indispettisse e che tornate a casa, lui l'avrebbe picchiata come già accaduto altre volte. Si stava separando e quindi speravo che il capitolo volgesse al termine.

La settimana scorsa la mia amica mi informa che al compleanno di Topina verrà anche lui.
Sebbene dentro di me abbia avuto un certo disappunto per questa sua scelta, per rispetto suo e della bimba mi sono limitata solo a dire "Beh, cosa viene a fare alla festa di nostra figlia se non ci sopporta?"
Lei in imbarazzo, ha tergiversato, adducendo motivazioni inerenti il benessere della figlia che deve vederli assieme.
Ieri mi ha mandato un messaggio dicendomi che forse avrebbe avuto difficoltà nel farsi dare il permesso al lavoro e che sarebbe venuto soltanto lui con la bambina. Beh, apriti cielo, non sono riuscita a trattenermi e le ho detto le cose come stanno, consapevole della sua posizione, ma anche e soprattutto della mia e del fatto che è il compleanno di MIA figlia e che io e mio marito una persona così non ce la vogliamo proprio in un giorno di festa e gioia, tra cari amici e bimbi.

Ho reagito d'impulso, ma poi quando ci ho ragionato a mente fredda non ho cambiato idea.
Insomma, ma io sto tipo qua l'ho visto mezza volta in due anni, è completamente fuori di testa e non è una persona con la quale voglio avere a che fare. Lei ha scelto di averlo accanto, ha sbagliato e se ne è resa conto, non vedo però perché continuare a propinarlo anche agli altri per non dire "NO".

E' evidente che lei è una persona debole, molto debole, che non si impone con nessuno e che essendo molto generosa ed accomodante anche fra le amicizie finiscono per approfittarsene.

Mi dispiace per la situazione, anche perché in questi giorni ci rivedremo e probabilmente se ne riparlerà...ma non ho intenzione di cedere e trovo anche spiacevole e fastidioso sia aver dovuto chiarire certe cose ovvie che riparlarne.

Forse molte altre persone sarebbero state "politically correct" ed avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco, ma non io. La maternità per certi versi ha inasprito la mia intransigenza ed intolleranza a certi personaggi.

Peraltro ho sempre creduto che avere persone negative accanto durante un momento di gioia e serenità non faccia bene.


giovedì 18 gennaio 2018

Il tempo che ti scorre via dalle mani

E così a giorni Topina compirà due anni, sarà retorico a dirsi, ma sembra ieri quando abbiamo cominciato gli accertamenti.
Giusto giorni fa ci siamo riaffacciati al centro pma che ci ha regalato la nostra prima gioia, ovviamente alla ricerca di una seconda.
Mi turba sempre un po' rientrare in quel reparto, sebbene grossi traumi non ne abbia avuto, malgrado tutta l'esperienza pma che non auguro a nessuno, del reparto in sé non posso dire nulla, tutti molto gentili ed umani.
Siamo andati per fare il punto della situazione e per darci delle scadenze per l'inizio del nuovo protocollo.
Stavolta ci è toccata la D.ssa un po' più fredda, per quanto gentile, rimane molto molto sulle sue, avendo un approccio di tipo paziente-medico e non persona-persona... Ma poco importa questo, basta sappia fare il suo lavoro, alla fine fu lei che eseguì quasi 3 anni fa la pickup e tutto andò bene.
A grande sorpresa i tempi di attesa, se così si possono chiamare, ci portano come prima data a novembre, con inizio analisi ad ottobre.
Speravo sinceramente nell'estate, sento lo spauracchio degli anni che passano e della fertilità che si riduce.
Ad ogni modo ha constatato anche lei l'ottimo miglioramento della situazione spermiogramma recente, definendolo un seminare discreto, che non risulta incompatibile con una gravidanza naturale, quindi nel frattempo possiamo provarci. Cosa che in realtà stiamo facendo da un anno a questa parte, con risultati deludenti, ahimè.
Ho comprato gli stick canadesi per l'ovulazione e da questo mese iniziamo a fare le cose sul serio, lo so, come ognuna di voi che c'è passata, tutti i mesi io ci spero sempre...

Per il resto sembra che avere alle spalle un percorso pma abbastanza recente ci risparmi almeno molti esami di routine, che per fortuna non dovremo ripetere, basteranno solo quelli infettivi che hanno scadenza a breve e che rifaremo a ridosso della terapia.

Quindi per il momento è tutto fermo fino ad ottobre, sappiamo solo che al caro marito non toccheranno le punture, giacché la d. Ssa le ha ritenute inutili visto il suo fsh borderline e tenuto conto che per la icsi non è che servano chissà quanti milioni di soldatini.

Sono da un lato avvilita, di nuovo pma, di nuovo punture, di nuovo speranze, e da un lato proiettata verso il futuro in attesa di quest'altro tentativo.

Una cosa è certa, malgrado una bimba ce l'abbia, le sensazioni e gli stati d'animo per questo nuovo percorso non sono molto diversi da quelli avuti nel primo.

Vedremo e spereremo!

giovedì 11 gennaio 2018

2017 si chiude un altro capitolo

Iniziamo questo 2018 con i migliori auguri per tutte/i, che sia l'anno in cui ciò che più desiderate diventi realtà. Noi inizieremo con il mettercela tutta, sperando che questo basti!

Il nostro 2018 è iniziato un po' così, qualche problema all'asilo di Topina, malintesi e cattiva gestione di alcuni aspetti, hanno esasperato il mio lato perfezionista ed avvilito invece quello di mamma.
Ma vabbè, passerà.

Con il vecchio anno abbiamo chiuso anche il capitolo allattamento.

Ebbene sì, ho approfittato delle feste per dedicarmi a questo addio, consapevole che se ci fossero state delle notti insonni le avrei affrontate meglio visti i giorni di vacanza.
Ammetto che ero molto molto spaventata da come Topina avrebbe preso questo addio e se questo potesse essere per lei un trauma, giacché forse lo era un pochino anche per me.
E' sempre stata particolarmente morbosa con il seno, fin da appena nata...ricordo ancora quando me la portarono dopo 6 ore dal parto rocambolesco, beh...non s'è mai staccata, sembrava avesse una ventosa al posto della bocca. Mai voluto nessun tipo di ciuccio, biberon di nessuna forma, malgrado abbiamo insistito, ma non c'è stato nulla da fare, solo seno.

E così la nostra avventura allattamento è proseguita molto bene, una bella esperienza (meno quella dello svezzamento che ha preso malissimo) ma alla quale era giusto mettere con serenità la parola fine giacché siamo arrivati ai 23 mesi e confesso il disperato bisogno di una notte intera. In questi mesi il massimo che mi è stato concesso: 4 ore di sonno continuato.
Per cui nella speranza che il nuovo percorso di PMA ci porti un altro meraviglioso bimbo, ho iniziato a saltare il pomeriggio da settembre, lasciandole il seno soltanto per l'addormentamento della sera.
La settimana prima dello stop definitivo era particolarmente nervosa mentre era attaccata (forse il latte scarseggiava?), finiva per staccarsi da sola smaniando, come se cercasse di dirmi "dai mamma è giunto il momento anche per me, tranquilla".

E così, complice il venerdì che andiamo sempre a cena dai nonni e si addormenta in auto durante il viaggio di ritorno abbiamo salutato la tetta. Il giorno successivo ne ha debolmente fatto richiesta la sera prima di addormentarsi, ma devo dire che è bastato distrarla e nemmeno se ne è resa conto che si stava addormentando.

Nessuna notte insonne, nessun pianto o isteria, una naturale conclusione di una bellissima (e faticosissima!) esperienza che auguro di vivere a chi potrà/vorrà scegliere l'allattamento al seno.

Ora è un pochino più coccolosa del solito, cerca spesso il contatto fisico e devo dire che la cosa non mi dispiace, sia io che il suo papà non ci facciamo pregare per baci, carezze ed abbracci, ma penso ci stia, che faccia parte di questo cambiamento, alla fine sono passati appena 20 giorni.
Solo qualche giorno fa, uscita dalla doccia, mentre mi vestivo, mi guarda, indicando il seno e dice sorridendo "mamma, non c'è più"; mi si è stretto il cuore, ma sono stata felice perché ho capito che era consapevole di cosa stava accadendo e soprattutto serena.

Insomma, ancora una volta Topina mi sorprende, ci sorprende e rende speciale essere mamma, la sua mamma!

Prossima settimana appuntamento presso il centro PMA che ci ha seguiti in passato, faremo il punto della situazione in merito ad eventuali altri nuovi esami e parleremo di inizio protocollo, non prima dell'estate credo, vedremo come ci scadenzeranno.
Sono agitata da un lato, seppure stavolta so cosa mi aspetta, avvilita dall'altro perché speravo che naturalmente qualcosa si muovesse visto che lo spermiogramma del caro marito è migliorato nettamente, ma a quanto pare non abbastanza per farci il miracolo. Continuo a ripetermi che comunque andrà ho lei, che 3 anni fa non credevo sarei potuta diventare mamma ed invece oggi c'è Topina, ma in certi momenti non basta a calmare il forte desiderio di un altro figlio.
Forse dovrei accontentarmi, rassegnarmi, ma non senza combattere almeno.
3 tentativi li voglio fare, penso che siano 3 quelli che ci spettano giacché anche il nostro centro è diventato convenzionato, non più a pagamento, chiederò come funziona adesso.
Questo 2018 è appena iniziato e non so cosa ci riserverà, vorrei chiudere gli occhi e dare una veloce sbirciatina, come fanno i bambini, con le mani davanti gli occhi per non vedere tutto tutto.