Elenco blog personale

lunedì 3 febbraio 2020

Il valore della parola

Riesco ad organizzarmi ogni tanto per leggere e commentare i post altrui, molto meno per scriverne uno mio. Scrivere presuppone avere tempo per concentrarsi ed io ne ho sempre meno e quando mi concentro per qualcos'altro che non sia i bambini ultimamente mi viene sonno. Ma va benissimo così.

Certe volte mi sembra di rivivere sempre le stesse situazioni, ma con personaggi e dinamiche differenti, stesso filo logico però. Non posso fare a meno di chiedermi se questo non sia ciò che accadeva a scuola quando, quando non si capiva qualcosa, veniva rispiegato più volte in modo diverso, ma per arrivare sempre allo stesso punto.
Devo capire qualcosa? Qualcuno mi sta rispiegando le stesse cose???

E così, per l'ennesima volta, mi ritrovo a fare i conti con le stesse situazioni, viste e riviste, interpretate reinterpretate (a sto punto mi sa interpretate male, se no non si spiega proprio questo ripetersi ciclico). Cambiano le persone e i fatti ma il senso è sempre quello. Mi ritrovo così, come una deficiente (sì sì, mai termine fu più calzante) a tirare le somme, a perdermi in riflessioni sul valore della parola e sull'amicizia. Cose impegnative si direbbe per una che non ha tempo manco di respirare, eppure tant'è...

E così, superati i 35 anni, ci ricasco, ancora, con tutte le scarpe come si dice in questi casi, ricado su un'amicizia che credevo sincera, inciampando su una grossa delusione, aggrappandomi alla convinzione che certe cose proprio non si fanno, ma mentre mi aggrappo mi rendo conto che è solo la mia convinzione, infatti cado e mi sento dire pure che sono caduta perché sono poco flessibile nel capire l'altro.

Non c'è molto da aggiungere, se non il fatto che ci si resta male, ci si sta male, esattamente come quando alle elementari la tua "amica del cuore" che stava al banco con te, il giorno dopo manco ti saluta più, perché l'altra amichetta nuova ha le figurine che tu non hai.
Oggi non sono figurine, ma poco importa, la sostanza è la stessa.
Alle elementari ci piangevo, ora boh, rimani tra lo stordito e il rimbambito, ci pensi e ci ripensi, ti convinci che non hai bisogno di chi ti tratta così, ma ciò non toglie che ci stai male.

Non so se ammirare o no la capacità delle persone di cambiare idea in un nanosecondo, quella di calpestare tutto e tutti per sistemarsi le cose al meglio. Confesso che avrei sempre voluto farlo, avere quella leggerezza di coscienza, quella faccia tosta di dire "scusa eh ma non potevo fare diversamente" Non ci riesco mannaggia a me.

Non so cosa insegnare ai miei figli, da quale parte stare, se credere o meno nelle persone o se guardare se stessi che tanto qualcuno che li seguirà lo troveranno senz'altro nella vita.

Niente di irreparabile per carità, però un'amica che ti snobba per il (presunto) fidanzato nuovo delude, a 10 anni come a 36. Ci si rimane male. Ci si dà della cretina per aver investito tempo ed energie con chi probabilmente era tale in quel momento perché aspettava il treno migliore. E poi quel treno è arrivato. Non ho voglia di parlarle, uno scambio di messaggi è più che sufficiente. Superficiale direte, superficiale come tutto questo dico io.

Le aspettative sono sempre state un punto debole, il mio punto debole. Ci devo lavorare, quando avrò tempo, forse, prima o poi.
Nel frattempo faccio bilanci, introspezioni varie, con lo sguardo triste verso l'amicizia e ne deduco che siamo tutti conoscenti.



giovedì 14 novembre 2019

Vita a quattro

Ormai il tempo che passa sempre più veloce è diventato il mio NEMICO NUMERO 1.
Lo so, è parte dell'esistenza di tutti, ma io da quando ho i bambini, lo percepisco più veloce e spietato.

Un anno fa iniziavo a pensare a come sarebbe stato il mio parto, un altro cesareo ma programmato, a come sarebbe stato il viso di Topino, al suo profumo…ora ho un piccolo terremoto che gira carponi per casa, come dice il papà è "lentamente veloce".
Un anno fa ero preoccupata per Topina, per la sua reazione all'arrivo del fratellino, perché sì tutto bello in teoria, ma poi in pratica come sarebbe stato?
Invece devo dire che è stato proprio come volevo che fosse.
Ad oggi sono innamorati l'uno dell'altra, lui soprattutto della sorella per spirito di emulazione del più grande. Certo i momenti di tensione non mancano, soprattutto perché lui con il suo bisogno di farsi spazio a volte diventa particolarmente insidioso.

E poi c'è la nostra vita da adulti, complicata, tanto complicata, talmente tanto da farci chiedere molto spesso se non fosse meglio un chiosco di gelati in Sud America (Giuro, che una mia compagna di liceo l'ha fatto ed ora sta in paradiso, dice lei)
La nostra routine in solitaria, eh già perché in questo grande viaggio di crescita dei figli siamo soli, nessun nonno/a è pervenuto all'appello, chi per un motivo chi per un altro.Ci barcameniamo tra scioperi scolastici e non, malattie e febbri (ovviamente alternata, mai che stanno male assieme per ottimizzare il fatto di essere rimasti a casa) blocchi della città e tutto quello che di più apocalittico si può immaginare. Io manco a dirlo, sono tornata al lavoro da quasi due mesi e come la gazzella, mi alzo la mattina e so già che dovrò correre, comunque, ovunque. Se tutto va bene, papà lo rivediamo la sera alle 19:30.

E così passano i giorni, i mesi, i miei figli crescono ed io ho costantemente la sensazione di non godermeli abbastanza, di riservare loro - spesso - la peggiore parte di me, quella stanca, soprattutto con Topina che è in un'età terribile. L'età del no, l'età dell'opposizione, l'età del faccioquellochemipare, l'età 3/4 anni.

Però, questa è esattamente la vita che volevo, magari me l'ero immaginata con meno variabili a complicare o comunque con qualche anima pia che mi aiutasse ogni tanto, però così.
Non ho mai fatto segreto di quanto mi piacerebbe un altro bambino (lo so sono pazza) ma questo è un progetto che non ha e non avrà posto nelle nostre vite, per via di quanto sopra. ma sì, mi piacerebbe tanto. Ebbene sì, ho scoperto che i figli mi piacciono e pure tanto, nonostante le notti insonni, i moccioli, i pianti, il delirio di entrambi che hanno bisogno di qualcosa di diverso costantemente e contemporaneamente, il disordine in casa e non ultimi i capelli bianchi che ti fanno venire per l'ansia.
Mi manca la pancia e dire che appena partorito, ancora dolorante per l'intervento avevo detto a mio marito "stavolta non mi mancherà la pancia, la vita ci ha regalato due figli, uno dei quali arrivato pure naturalmente" invece ci ho solo messo qualche mese in più.
E poi c'è il fatto che crescono, crescono in fretta, troppo in fretta, per colpa del maledetto tempo che passa.
L'amore per i figli non si divide, si moltiplica. Mi sembrava impossibile quando me lo dicevano gli altri sapendomi emotivamente spaventata per l'arrivo di Topino.

Mai frase fu più vera!


giovedì 19 settembre 2019

Un film già visto

I mesi sono passati veloci, molto più veloci della prima volta.

Quando si diventa mamme per la seconda volta il tempo è doppiamente assorbito, in modo diverso, le energie sembrano non bastare e le giornate scivolano veloci al ritmo di una quotidianità che si fa fatica a stabilire.

Chi poi chi come me, ha "l'immensa fortuna" di stare sempre tutto il giorno da sola, percepisce la dimensione temporale ancora più distorta.(ovviamente l'immensa fortuna è molto sarcastica)

Topino ha 8 mesi e mezzo, e mio malgrado, abbiamo iniziato l'inserimento al nido, perché a breve dovrò tornare al lavoro.

La seconda volta non è più facile, è uguale alla prima, sapere cosa ti aspetta non rende le cose migliori, non rende le lacrime ed i sensi di colpa meno pesanti. Sai semplicemente che sarà così e ci devi stare. Sai quello che ti aspetta, questo sì, ma stai male comunque.

È devastante, innaturale, mettere al mondo un figlio e doversi affidare ad "estranei" che lo crescano al tuo posto, perché tu volente o nolente devi tornare al lavoro. È ancora più devastante quando hai lottato per diventare mamma, quando quel/i figlio/i te lo sei sudato, in tutti i sensi.

Ma è così. Non c'è molto da ragionarci su.

Il vero impatto che un figlio ha nella vita dei genitori, non si traduce soltanto in nottate di sonno perso, ma in un radicale cambio ed approccio alla vita, alla visione delle cose, alla percezione di molte di esse. E così, quel lavoro che assorbiva totalmente le tue giornate prima dei figli, diventa un pesante fardello, una mera necessità economica.

Che poi a dirla tutta, sono pure un po' fortunata, il 70% delle persone che sta facendo inserimento ai bimbi è composto dai nonni. Bene o male a me è concesso di stare qui fuori ad assecondare le tempistiche (diverse) per l'ambientamento dei miei figli (una alla materna e uno al nido)

Tutto questo si tradurrà anche in una ripresa delle "normali" attività, che prima mi erano precluse per mancanza di tempo, di aiuto di qualcuno, come ad esempio anche scrivere sul blog, andare a lavare la macchina, fare la spesa concentrata realmente su quello che metto nel carrello e non solo su uno dei miei figli che tenta o di demolire il supermercato o di lanciarsi dal carrello.

Godetevi i vostri figli, ogni loro istante di vita come vi è possibile, ogni loro sorriso, ogni loro lacrima, perché il tempo passa veloce e quando dovrete affidarli a chi si prenderà cura di loro al vostro posto, non potrete non provare un immenso senso di colpa. Per lo meno, se saprete di aver assaporato ogni loro istante di vita al limite delle vostre possibilità, vi sentirete meno pessime.

Cerco di ripetermelo o più che altro di convincermici.
Diffidate da chi osanna asili nido, tate o altro, i bambini, almeno fintanto che sono molto piccoli, devono stare con la mamma, dopo è giusto che socializzino.

E credetemi, se avessi avuto un'altra valida alternativa, io l'avrei scelta.

domenica 17 marzo 2019

Figli biologici e figli naturali

Quando lo spauracchio dell'infertilità si manifestò nella nostra vita con una certa prepotenza, un grosso centro della nostra città si accingeva a riaprire i battenti dopo lo scandalo dello scambio degli embrioni.

[... Scandalo che aveva fondamentalmente distrutto la vita di due coppie, anzi forse di una coppia, i genitori biologici dei due bimbi,  che avevano visto i propri figli messi al mondo da un'altra donna che li aveva di fatto portati in grembo per 9 mesi e partorito. La battaglia in Tribunale ha deciso che i figli sono della mamma che li ha partoriti e che ai genitori biologici non spetta nulla, se non un risarcimento da parte dell'ospedale che ha materialmente sbagliato il transfer.
In questa storia per me non ci sono ovviamente vincitori, è solo una storia in parte triste di quanto il destino sia crudele...]

Fu così che grazie ad una coppia di amici, già rodati e temprati da svariati aborti, fummo fra i primi ad affidarsi a questa struttura che aveva stravolto completamente l'iter medico, rendendolo più sicuro e a prova di errore umano.

Inutile dire quante volte tra lo scherzo e la paura dell'errore ci siamo misurati con il timore che i nostri gameti potessero essere smarriti, scambiati, trasferiti in altri corpi, perché già la pma non è una passeggiata, il precedente inutile negarlo c'era; ma il desiderio di un figlio era tale che questa possibilità, seppur remota, non ci spaventava.

E così quando Topina nacque, spesso ci facevamo battute sulla sua somiglianza con il biologo, somiglianza che ovviamente non c'era e non c'è mai stata.
Abbiamo amato Topina ancor prima che fosse una bellissima blastocisti, il suo essere parte di noi quando ancora non era nemmeno nella nostra vita... perché mai avremmo dovuto smettere di amarla o amarla meno se avessimo scoperto che non fosse stata biologicamente nostra figlia?

Topina è biologicamente nostra figlia, non ci sono dubbi, ma spesso mi sono chiesta come ci saremmo posti nel caso così non fosse stato.
Noi che avevamo scartato l'adozione, per una serie di motivazioni che non sto qui ad elencare, come avremmo reagito?

Ad oggi posso dire con assoluta certezza che l'avremmo amata esattamente nello stesso modo in cui l'amiamo oggi, consapevoli della sua provenienza biologica.

L'amore per un bimbo, tuo figlio, non vede da dove vengono i suoi geni, da chi provengono i suoi geni, specie quando questo figlio l'hai desiderato con tutta te stessa, quando hai versato per lui/lei più lacrime che sorrisi mentre aspettavi ogni mese quelle due maledette lineette sul test di gravidanza.

Ogni tanto penso a quei due bimbi, ad entrambe le coppie, al fatto se sapranno mai o meno la verità, a come si porranno i genitori naturali e al dolore dei genitori biologici.
Penso a quanto la vita sia ingiusta per certi versi, a cosa chi parla di destino  potrebbe leggere in questa situazione.

venerdì 11 gennaio 2019

E Topino fu

Il 28 dicembre è nato Topino con cesareo, da una mamma talmente terrorizzata che voleva scappare dalla sala operatoria(pur sapendo cosa l'aspettasse)!
È intervenuta l'anestesista per cercare di tranquillizzarmi, ma poco hanno fatto tutte le sue magiche sostanze visto che sono morta di paura per tutto il tempo, o almeno finché non ho sentito il suo pianto!
Ebbene sì, il panico prende anche a quelli super razionali ed il panico dei super razionali è anche peggio di quello di chi non lo è, perché ancora più incontrollato.

Alla fine tutto è andato bene e la ripresa è stata lampo, ottimo lavoro anche della mia ginecologa che ha eseguito l'intervento.

Topino è un bimbo molto diverso dalla sorellina pacioso e poco incline al pianto (per il momento). Lei ha spiazzato tutti per come ha accolto la nascita del fratellino, sembra una stalker, lo riempie di baci, carezze e si preoccupa che gli dia latte a sufficienza. Secondo il pediatra è una forma di gelosia alternativa, cosa che ci può stare, ma secondo noi è sempre meglio delle classiche manifestazioni di gelosia tipiche di questi casi. Chiede qualche attenzione in più è vero ma ci sta in fondo è ancora piccola anche lei non ancora tre anni!

In questi mesi sono successe molte cose ed il blog è stato l'ultimo a cui ho potuto dedicare tempo, tempo che in realtà non avevo e non ho. Ho lavorato fino a 13 gg prima l'intervento e gestito una piccoletta quasi interamente da sola, se contiamo che l'unico aiuto era quello del papà, la sera alle 19:30.
I nonni sono un discorso complesso, da un lato non sono pervenuti e non voglio nemmeno parlare di quanto i rapporti di siano deteriorati definitivamente, di quanto loro si siano volutamente impegnati a rompere ogni cosa solo perché non gli abbiamo permesso di gestire a 360 gradi Topina.
Dall'altro lato ci sono ma sono discretamente lontani e quindi non a portata quotidiana di bisogno. Ma vabbè, ci siamo e ce la facciamo... Anzi, ce la faremo, spero!

Il 31 dicembre sono stata dimessa per il nostro super Capodanno in 4, nel letto, con una mamma dolorante per il post intervento ed un papà malaticcio con tosse e raffreddore.
Post intervento con ripresa rapidissima, contro ogni mia personale aspettativa, ottimo lavoro della ginecologa che ha eseguito intervento credo.

Mi fermo spesso a guardare i miei due piccoli miracoli e immediatamente ogni altro problema perde significato e valore. Credevo e temevo di non poter amare qualcuno come ho amato ed amo Topina, non è così. L'amore di una mamma per i figli non si divide, si moltiplica, quello che bisogna dividere ahimè è il tempo a disposizione, perché quello è, ma l'amore no, quello è infinito.
Questa è stata un'ossessione per me che non ha fatto vivere la gravidanza al meglio, ero terrorizzata da come Topina avrebbe vissuto l'arrivo del fratello, da come io in quanto mamma avrei amato il nuovo arrivato... Invece no, non era il caso di angosciarsi tanto, almeno per questo.

Dal punto di vista clinico è stata una bella gravidanza tutto sommato, non bellissima come la prima, visto che in questa ho vomitato per i primi 4 mesi, ma non mi posso lamentare, ho potuto lavorare fino alla fine, con buona pace dell'azienda in cui lavoro che non aveva affatto preso bene la mia seconda gravidanza. E sì, perché sapendo il nostro percorso pma, erano straconvinti che Topina sarebbe rimasta figlia unica e questo, lavorativamente parlando, per loro rappresentava una grande risorsa.
Invece no, la vita ha deciso di regalarci una seconda gioia e stavolta inaspettata seppur voluta e cercata.

La seconda gravidanza è diversa dalla prima, meno ansie della prima, meno paranoie, non si ha tempo se hai un altro bimbo piccolo di cui occuparti. Ti passano i 9 mesi e non te ne accorgi, spesso arrivavo a sera e mi ricordavo di lui perché finito di fare tutto, una volta a letto, mi mollava un timido calcetto, come a dire "ehi mamma, guarda che ci sono anch'io".
La nostra avventura in 4 è appena cominciata anche se non è ancora nel vivo, papà è ancora un ferie a casa e Topina tornerà al nido lunedì forse. Dopo sarò sola, con due bambini e già sento il panico dietro le spalle.

Topino ha già fatto il battesimo di germi, visto che a soli 10 gg di vita abbiamo dovuto iniziare a curargli la congiuntivite passatagli da sorella o padre. Sembra un gattino di quelli con gli occhietti tutti cisposi, speriamo solo sto benedetto collirio antibiotico si sbrighi a far effetto, non posso più vederlo così!

Spero di riuscire ad essere più presente ed aggiornare questo spazio un po' di più, nel frattempo, anche se con ritardo, auguri per il 2019, che possa portare ad ognuno di voi ciò che più desiderate!

mercoledì 26 settembre 2018

Amici o nemici?

Quando abbiamo intrapreso il percorso della pma lo abbiamo fatto in compagnia di una coppia di amici.

Non immaginatevi esattamente qualcosa in stile gita fuori porta, ma piuttosto come un percorso condiviso, se non altro per emozioni e sensazioni, seppure con ovvie differenze.

Eravamo amici già da prima, vacanze, fine settimana e feste insieme, ma l'esperienza pma vissuta di pari passo, con un mese e mezzo di differenza ci ha unito di più. Fortunatamente anche per loro un bel bimbo al primo tentativo, quindi due bimbi praticamente compagni di pancia e di culla.

Siamo sempre stati consapevoli delle rispettive differenze, come coppie, come individui e dei relativi difetti, ma come l'amicizia insegna ci abbiamo sempre convissuto e ci siamo sempre rispettati.

Fin quando non è arrivata la mia gravidanza.

Un fulmine a ciel sereno nella vita di tutti, inclusa la nostra; seppur voluta, cercata e mirata era di fatto una possibilità remota, a tal punto che ad ottobre saremmo ritornati in ospedale per altro tentativo.
Anche per loro stessa scadenza, solo che nel frattempo, contrariamente al parere dei medici che avevano sconsigliato loro la ricerca di una gravidanza naturale ( a maggior ragione che hanno qualcosa congelato), ne hanno persi altri due, l'ultimo con tanto di intervento per salvare utero e tube.

In questi anni abbiamo condiviso tutto, pranzi, cene, risate e tante lacrime, ma questa mia gravidanza, per quanto annunciata con il dovuto tatto pare non essere stata accettata come il cuore vorrebbe.

A fine giugno affrontiamo un momento abbastanza difficile, niente di grave, ma particolarmente impegnativo dal punto di vista organizzativo, che richiede molte più energie di quante ne avessi in realtà giacché vomitavo h24 e faceva un caldo della miseria.
Il tutto si colloca appena dopo 10 giorni la fatidica notizia.

Zero interesse.
Zero parole.
Zero telefonate.
Zero messaggi.
Silenzio.

Impossibile non notarlo, proprio noi che per la prima volta durante quest'amicizia ci siamo trovati in difficoltà. I nostri figli andavano a scuola insieme, quindi ci si vedeva comunque ogni giorno.
Impossibile anche non "raffreddarsi" di conseguenza fa parte nostra, con tutta la delusione che ne consegue emotivamente parlando.

Certe cose non si possono chiedere, si fanno e dicono e basta, non si possono ne' pretendere e ne' recriminare, però la loro assenza in un'amicizia di vecchia data è stata di un certo peso.
Passata la botta iniziale abbiamo ragionato sul loro comportamento e non essendo accaduto altro, ci siamo detti che la "colpa" fosse di questa gravidanza.
Per carità non tutti reagiscono allo stesso modo e se allontanarsi da noi poteva farli soffrire meno, per quanto non lo capisco, l'ho rispettato.
Anche quando incontrati ad una festa, li abbiamo trovati particolarmente assenti e scostante e seppur con rammarico, abbiamo rispettato il loro bisogno di distanza.

Fin quando un messaggio, eh sì perché all'età nostra certe cose si dicono ancora con i messaggi, mi accusa di essere sparita. Inutile raccontare le mie parole di risposta, che nella massima educazione  sono state sincere e senza filtri.
Sentirsi dire che se avessimo avuto veramente bisogno di una parola o un gesto carino avremmo dovuto chiedere noi è stato peggio dell'indifferenza ricevuta.

Tristezza infinita, tanta delusione e rabbia, per aver investito tanto, umanamente parlando, in un rapporto che ha finito per deluderci e ferirci.

Ogni cosa bella nella vita è accompagnata sempre da qualcosa che cerca di offuscarne l'energia.

giovedì 6 settembre 2018

Silenzi programmati

Il rientro dalle ferie quest'anno è stato particolarmente traumatico, vuoi per il fatto che le vacanze sembrano non essere mai sufficienti, vuoi perché si riparte direttamente a 1000, vuoi per quel senso di colpa che mi trascino nei confronti di Topina da inizio gravidanza e che quindi mi spinge a tenerla il più possibile tutta per me.

Eh sì, perché sebbene sia ufficialmente nel sesto mese Topina non sa ancora nulla.
O meglio, l'abbiamo preparata all'idea di un fratellino e di quanto questo sarà bellissimo (quando in realtà io tremo alla sola idea della sua reazione) ma non le abbiamo ancora detto che in quella pancia che cresce, enorme tra l'altro, c'è già quel fratellino. Le abbiamo detto che arriverà con Babbo Natale perché poi sarà più o meno quello il periodo.

Sono sempre stata contraria a rendere partecipi i bimbi molto piccoli nel fattore gravidanza, per evitare che le aspettative si trasformino in ansia come spesso accade. I bambini fino ai 4/5 anni e forse più, non hanno acquisito ancora il concetto di tempo a lungo termine e 9 mesi sono e possono essere un tempo infinitamente lungo per loro, in cui la loro fantasia emotiva può galoppare all'infinito. Questa nostra scelta ha riscontrato il parere positivo anche del suo pediatra, padre di 7 o 8 figli credo e della mia ginecologa neo mamma di un terzo. Diciamo però che qui la faccenda si è protratta troppo.
Intenzione avrebbe voluto ufficializzarle la cosa al 5 mese, ma uno spannolinamento decisamente trascinato e non ancora di fatto pienamente concluso, ha rallentato la notizia.

Inutile dire quali e quante ansie mi investono ogni secondo a tal proposito, ma magari di questo ne parlerò in seguito.

L'altro silenzio programmato e da programmare sarà sulla data del parto. Sarà un cesareo, come il primo e Topino (perché sì è un maschietto) nascerà alla 39 settimana.
Perché mai tenere segreto qualcosa che il 99% del mondo sbandiera???

Semplicemente per evitarmi lo stress per e post parto di Topina indotto da suocera e parenti. Suocera che ha iniziato lo show della maleducazione e non rispetto già al primo gg del mio lungo travaglio, pretendendo di entrare, pretendendo di essere pari a mia madre e soprattutto pretendendo che io facessi quello che lei "aveva sentito dire". Il tutto poi è stato appesantito, a parto cesareo avvenuto (dopo 32 ore di travaglio) dalla visita di rumorosi e molesti parenti a poche ore dall'intervento, che forse per la gioia o forse per ineducazione, hanno inondato la camera della sottoscritta, condivisa con altre tre disgraziate, di sorrisini ebeti e frasi di circostanza.

La.sitiazione può sembrare piacevole, ma assicuro che non lo è stata per chi come me era ancora dolorante e piena di fili ed aghi, ancora incapace di alzarsi e soprattutto dall'indole molto molto riservata. Mi ha imbarazzato il persone ospedaliero costretto a richiamarli, mi ha fatto incazzare dover ripetere 280 volte in un'ora che la bimba non so doveva toccare, mi ha dato fastidio darmi vedere in quello stato da gente che non è non solo la mia famiglia, ma parenti di secondo e terzo grado di mio marito.

Magari il giorno dopo, non in stile visita culturale, poteva essere piacevole.

Pertanto, sempre se riesco a convincere mio marito, refrattario le bugie, si dirà a tutti fatta eccezione mia madre quando nascerà il bimbo.
Sì dirà a bimbo nato, anche perché le ore di ripresa a mia disposizione saranno minori della volta precedente, intervallo tra cesareo e visite un'ora o poco più.

Così è deciso, anzi così ho deciso.
Tanto mia suocera si offese anche la volta scorsa, lei si offese capito, non facendosi sfiorare dall'idea che il suo comportamento inopportuno causò imbarazzo a tutti, medici compresi che finirono per ignorarla.

So che sono i nonni, si che è un loro diritto, ma si anche che informarli a parto avvenuto non toglierebbe nulla a loro ma darebbe maggiore tranquillità a noi!