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lunedì 4 settembre 2017

Donna a metà

E' da un pò che volevo scrivere sta cosa qua, perché fondamentalmente ritengo i confronti vis à vis molto più artefatti con il passare degli anni, come se le persone avessero paura di dirti le proprie difficoltà nell'affrontare la vita. Ho notato che ti dicono volentieri (quasi sperano tu glielo chieda) le difficoltà ovvie, economiche, di salute e simili, ma sono molto meno inclini a confidare le difficiltà di natura psicologica, quelle interiori, quelle che ti costringono a guardarti bene dentro, ma proprio bene bene eh.


Da quando è nata Topina ci sono giorni, la maggior parte di essi direi, in cui non mi sento pienamente ne' madre e ne' donna. Il lavoro non lo vivo più come prima, io che ero un'ambiziosa perfezionista del cavolo, ora ci vado perché economicamente parlando, devo lavorare. Sì che non mi ha mai entusiasmato granché ma ho dato sempre il 100% un pò perché sono fatta così e un pò perché a detti di tutto è un bel lavoro.
Topina va al nido da quando ha 8 mesi e questo è e rimarrà il mio grande cruccio; la figlia tanto voluta, desiderata, sofferta, mandata al nido...quando ci penso (cioè sempre) lo ritengo inaccettabile, ma d'altra parte non avrei potuto fare diversamente.


E così mi ritrovo ad esser mamma dalle 16 in poi e nei weekend e festivi, a lavorare dalle 8:30 alle 15...boh, ne' carne ne' pesce insomma. Sembro e sono solo una mamma stressatissima che lavora in una grande città, banale forse, ma reale. Sento che il tempo mi sfugge, ogni giorno che passa sento di perdermi qualcosa, nell'uno e nell'altro campo, è come tenere un piede in un binario e l'altro in uno parallelo, che in certi punti si separano tantissimo e si fa una faticaccia boia a mantenersi dentro. Da ognuna delle due cose ci si aspetta tanto da me ed io in questo momento voglio dare e do' priorità alla Topina, senza però potermi prendere lo spazio che realmente vorrei concederle e concederci.


Si lo so, ci passeranno in tante, forse tutte, ma chissà perché appena azzardi la conversazione con qualcuna, ti ritrovi davanti le mamme perfettamente soddisfatte o quella che ti invidia o finge di farlo, le stesse che poi spediscono il figlio al nido perché non lo sopportano più. Per carità non giudico nemmeno loro, si sa, ognuno è fatto a modo suo e ogni figlio è difficile, ma quanto vorrei stancarmi anch'io di stare con Topina.


Poi mi chiedo:
Ma se avessi la possibilità, staresti a casa?   La prova la farei volentieri, almeno per vedere la differenza.
Sarebbe giusto privarla della possibilità di passare del tempo con i suoi coetanei e tenerla tutta per te? Certo che no, però svegliarla ogni mattina alle 7:30 per portarla al nido anche in pieno inverno, quando salvo febbre, ha il naso pieno di moccio e tanta voglia dormire è straziante e poi non la voglio tutta per me, voglio poterle dare il 100% di me.


Tanto una soluzione non c'è o io comunque non ce l'ho.
Il vero problema è che quando passerà Lei sarà cresciuta ed io spero di averle dato almeno qualità visto che per la quantità ho cercato di fare del mio meglio!