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domenica 17 marzo 2019

Figli biologici e figli naturali

Quando lo spauracchio dell'infertilità si manifestò nella nostra vita con una certa prepotenza, un grosso centro della nostra città si accingeva a riaprire i battenti dopo lo scandalo dello scambio degli embrioni.

[... Scandalo che aveva fondamentalmente distrutto la vita di due coppie, anzi forse di una coppia, i genitori biologici dei due bimbi,  che avevano visto i propri figli messi al mondo da un'altra donna che li aveva di fatto portati in grembo per 9 mesi e partorito. La battaglia in Tribunale ha deciso che i figli sono della mamma che li ha partoriti e che ai genitori biologici non spetta nulla, se non un risarcimento da parte dell'ospedale che ha materialmente sbagliato il transfer.
In questa storia per me non ci sono ovviamente vincitori, è solo una storia in parte triste di quanto il destino sia crudele...]

Fu così che grazie ad una coppia di amici, già rodati e temprati da svariati aborti, fummo fra i primi ad affidarsi a questa struttura che aveva stravolto completamente l'iter medico, rendendolo più sicuro e a prova di errore umano.

Inutile dire quante volte tra lo scherzo e la paura dell'errore ci siamo misurati con il timore che i nostri gameti potessero essere smarriti, scambiati, trasferiti in altri corpi, perché già la pma non è una passeggiata, il precedente inutile negarlo c'era; ma il desiderio di un figlio era tale che questa possibilità, seppur remota, non ci spaventava.

E così quando Topina nacque, spesso ci facevamo battute sulla sua somiglianza con il biologo, somiglianza che ovviamente non c'era e non c'è mai stata.
Abbiamo amato Topina ancor prima che fosse una bellissima blastocisti, il suo essere parte di noi quando ancora non era nemmeno nella nostra vita... perché mai avremmo dovuto smettere di amarla o amarla meno se avessimo scoperto che non fosse stata biologicamente nostra figlia?

Topina è biologicamente nostra figlia, non ci sono dubbi, ma spesso mi sono chiesta come ci saremmo posti nel caso così non fosse stato.
Noi che avevamo scartato l'adozione, per una serie di motivazioni che non sto qui ad elencare, come avremmo reagito?

Ad oggi posso dire con assoluta certezza che l'avremmo amata esattamente nello stesso modo in cui l'amiamo oggi, consapevoli della sua provenienza biologica.

L'amore per un bimbo, tuo figlio, non vede da dove vengono i suoi geni, da chi provengono i suoi geni, specie quando questo figlio l'hai desiderato con tutta te stessa, quando hai versato per lui/lei più lacrime che sorrisi mentre aspettavi ogni mese quelle due maledette lineette sul test di gravidanza.

Ogni tanto penso a quei due bimbi, ad entrambe le coppie, al fatto se sapranno mai o meno la verità, a come si porranno i genitori naturali e al dolore dei genitori biologici.
Penso a quanto la vita sia ingiusta per certi versi, a cosa chi parla di destino  potrebbe leggere in questa situazione.

5 commenti:

  1. ok mi hai fatto piangere gia e un periodo un po di smarrimento per mè e leggere le tue parole mi ha toccato un sacco un abbraccio ele

    https://eleaspirantemamma.wordpress.com/

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  2. Quello che è successo in quel centro medico è veramente devastante. Non oso immaginare.
    Comunque concordo che i figli sono di chi li alleva e ci mette tutto il sentimento, in definitiva.

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  3. Proprio ieri, quando ci hanno prospettato l'ovodonazione, la genetista ci ha fatto un "pippone" sul fatto che anche non essendo figli del mio ovocita, sarebbero stati miei figli. Ho scritto pippone, ma la cosa è stata davvero molto poetica. Io, senza esserlo (poetica) la penso esattamente come e come la dottoressa. Sono e siamo pronti anche a questa eventualità, così come all'adozione. E anche alla doppietta, volesse il fato!

    https://emptypeanutgirl.wordpress.com/

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  4. Torno a leggere dopo mesi. Non avevo mai sentito di questa storia!! Terribile! E non tanto per i genitori adottivi, che onestamente so che amerei mio figlio allo stesso modo anche se non fosse biologicamente mio, ma per i genitori biologici. Loro quei bimbi li hanno amati e aspettati e sapere che ora sono al mondo, ma non a casa loro dev'essere atroce.

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